Questi tre frammenti di tessuto in lino appartengono ad alcune mummie reali della Cache di Deir el-Bahari (databili alla XVII-XXI dinastia ovvero tra il 1645 e il 946 a.C. circa).
I tessuti sono stati ritrovati al posto delle visceri: si tratta di una pratica usuale nel processo di imbalsamazione, che prevedeva infatti, a seguito della rimozione degli organi interni del defunto, il riempimento delle cavità addominali con lino, natron (una miscela di sali di sodio), spezie, sabbia e sostanze resinose, in modo da mantenere il più possibile la forma del corpo.
Il biglietto manoscritto (in arabo e italiano) fu redatto da un astronomo del Cairo, Mahmoud Bey el-Falaki, vissuto negli ultimi anni del 1800, che aveva assistito alla rimozione dei bendaggi dall’interno delle mummie reali presso il Museo di Bulaq al Cairo.
I reperti vennero poi donati a Pietro Tacchini, altro astronomo ma stavolta modenese, che nella stessa epoca ebbe occasione di recarsi in Egitto per motivazioni professionali e che a sua volta inviò i frammenti di tessuto ai Musei di Modena.
Attraverso la mostra "Storie d'Egitto" i Musei Civici di Modena ci danno oggi l’opportunità di fruire di questi reperti.
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