Inserito nella splendida cornice del convento quattrocentesco di Sant'Agostino, il Museo Civico di Crema e del Cremasco ospita infatti, a partire da questa data, una Sezione Egizia del tutto rinnovata.
Nata nel 2019, il suo nucleo principale è costituito dai reperti della collezione privata di Carla Maria Burri (1935-2009), egittologa e papirologa cremasca allieva del Prof. Sergio Donadoni, che ha donato la propria raccolta archeologica e libraria al Museo, nel desiderio di creare una sezione dedicata all'arte egizia e greco-romana.
Nel 2020, grazie all'ulteriore donazione dei coniugi Camillo Lucchi e Carla Campari, la raccolta del Museo Civico si è arricchita di nuovi pezzi.
Carla Campari, presente alla conferenza, era legata all'egittologa Carla Maria Burri da un profondo legame affettivo: compagne di classe durante la scuola secondaria, proseguirono insieme gli studi universitari e, condividendo la passione per l'antichità, mantennero l'amicizia anche negli anni seguenti.
La collezione della famiglia Lucchi-Campari, frutto di acquisti presso antiquari autorizzati e aste indette dal Museo Egizio del Cairo, concorre, assieme a quella della Burri, a formare una raccolta museale che, attualmente, conta nel complesso circa 200 reperti e che copre un arco cronologico che va dal Paleolitico all'epoca copta.
Grazie alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, del Museo Civico di Crema e del Cremasco e del Dott. Christian Orsenigo (egittologo e curatore della Sezione Egizia) lo spazio espositivo è stato volutamente riorganizzato seguendo una narrazione temporale ed unendo le due collezioni Burri e Lucchi-Campari in un percorso museale uniforme, strutturato in vetrine che accolgono gli oggetti in base ad una precisa classificazione.
L'esposizione è introdotta da una prima vetrina è dedicata ai reperti più antichi, fra i quali:
- diversi manufatti litici (bifacciali, coltelli, punte di freccia) appartenenti al Paleolitico e al Neolitico (Fig. 1);
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Fig. 1 Manufatti litici
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- una piastrella in faience ritenuta parte della decorazione della piramide di Djoser (Antico Regno) - Fig. 2;
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Fig. 2 Piastrella in faience (5,5 x 4 x 1 cm) dalla piramide di Djoser (III Dinastia, Antico Regno) |
- due statuine in legno (una donna e un uomo - Fig. 3) datate al Primo Periodo Intermedio o al Medio Regno, che probabilmente facevano parte - come modellini - di composizioni più ampie raffiguranti scene di vita quotidiana ed artigianale;
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Fig. 3 Statuette lignee raffiguranti una donna (sx) e un uomo (a dx) (Primo Periodo Intermedio o Medio Regno) |
- una tavola d'offerta in terracotta (del Medio Regno), che rappresenta un'abitazione con cortile, contenente la riproduzione di diversi tipi di cibo (Fig. 4).
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Fig. 4 Tavola d'offerta in terracotta (Medio Regno) |
Seguono alcune vetrine destinate ad accogliere reperti appartenenti alla sfera funeraria:
- cinque maschere di sarcofagi lignei di Epoca Tarda ben conservate (Fig. 5);
- sette esemplari di ushabti in terracotta (uno dei quali recante un'iscrizione dipinta), legno e calcare datati al Nuovo Regno (Fig. 5);
- diversi amuleti di varia tipologia (Fig. 6, 7, 8, 9, 10);
- frammenti di cartonnage che hanno conservato i dettagli cromatici (Fig. 11 e 12)
- due maschere di sarcofago di grande raffinatezza stilistica (Fig. 13).
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Fig. 5 In alto: maschere di sarcofago in legno (Nuovo Regno ed Epoca Tarda) In basso: ushabti in terracotta, legno e calcare, di cui uno con iscrizione (Nuovo Regno) |
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Fig. 6 Amuleto in osso a forma di pettine (Epoca bizantina)
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Fig. 7 Collana in faience con amuleto (Epoca greco-romana) |
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Fig. 8 Amuleto in faience (a sx) e statuetta lignea (a dx) a forma di ibis (Epoca tarda) |
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Fig. 9 Amuleti in forme diverse: in alto, da sx: sistro, gatta, dea Iside in basso, da sx: specchio, sfinge, coccodrillo (Epoca tarda) |
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Fig. 10 Amuleti in forma di occhio-udjat. In alto a sx: stampo per amuleto raffigurante l'occhio-udjat |
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Fig. 11 Frammento di maschera funeraria in cartonnage (Epoca tolemaica o romana) |
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Fig. 12 Frammento di copertura per piedi di mummia, in cartonnage (Epoca tolemaica o romana) |
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Fig. 13 Maschere di sarcofago antropomorfo, in legno (XXII Dinastia, Terzo Periodo Intermedio) |
All'interno della collezione è inoltre presente una raccolta di bronzetti votivi raffiguranti le principali divinità del pantheon egizio, di età compresa fra il 664 e il 332 a.C., uno specchio in bronzo, diverse statuette di terracotta antropomorfe e zoomorfe di età greco-romana (332 a.C. - 395 d.C.) - Fig. 14 - nonché molte lucerne di epoca romana e bizantina (Fig. 15).
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Fig. 14 Vetrina contenente statuette in terracotta e bronzetti |
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Fig. 15 Lucerne in terracotta (Età romana e bizantina) |
Le vetrine finali sono dedicate a raccogliere pezzi di datazione più recente, come le due "ampolle di San Mena", di epoca copta (313 - 641 d.C.), che i pellegrini diretti al santuario del santo (primo martire cristiano d'Egitto) riempivano di acqua o olio, e una serie di bottiglie, ollette e balsamari in vetro, che coprono un arco temporale che va dalla prima Epoca imperiale romana alla prima Epoca islamica (VII - X sec. d.C.) - Fig. 16.
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Fig. 16 a sx: contenitori in vetro (balsamari, ollette, bottigliette) al centro: statuetta di orante in terracotta (Epoca copta) a dx: ampolle di San Mena in terracotta (IV-VI sec. d.C.) |
E' presente anche un papiro in arabo (Fig. 17) ed un frammento di tessuto in cotone con ricamo in lana, del Periodo Mamelucco (1250 - 1517 d.C.).
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Fig. 17 Papiro arabo (Prima epoca islamica) |
Il percorso all'interno della Sezione Egizia termina con tre interessanti reperti provenienti dall'antica civiltà di Elam, in Iran sud-occidentale: si tratta di tre mattoni in terracotta, rinvenuti nel sito di Chogha Zanbil (a 35 km dall'antica Susa) - Fig. 18, 19, 20.
Qui, all'interno del complesso cerimoniale, si è conservata la struttura di una ziqqurat, eretta nel XIV sec. a.C. a scopo di culto; i tre mattoni provengono da questo edificio e su di essi è presente un'iscrizione in lingua elamica che narra della costruzione della ziqqurat (sikratu-me in elamico):
"Io Untash-Napirisha, il figlio di Humpan-umena, il re di Anshan e Susa. Affinchè (io) possa prolungare la mia vita (e) la mia prospera dinastia, (e) non veda la fine ... della mia prole, il sian in mattoni cotti (e) il kukunum in (mattoni) upkum ho costruito. Al dio Inshushinak del Sian-kuk li ho offerti. Io ho innalzato la ziqqurat. Ciò che mi sono sforzato di realizzare possa essere gradito in mio favore al dio Inshushinak."
(Trad. di Gian Pietro Basello - Università degli Studi di Napoli L'Orientale)
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Fig. 18 Frammento di mattone in terracotta. Regno di Untash-Napirisha (XIV sec. a.C.) |
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Fig. 19 Mattone in terracotta Regno di Untash-Napirisha (XIV sec. a.C.) |
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Fig. 20 Frammento di mattone in terracotta. Regno di Untash-Napirisha (XIV sec. a.C.) |
Mentre i reperti conservati nella Sezione Egizia del Museo Civico di Crema e del Cremasco continueranno ad essere oggetto di studi ed approfondimenti, un'ulteriore crescita della raccolta è già in programma per i mesi futuri: grazie alle donazioni di Giampiero Guerreschi (1916-2006) e Mariacarla Pozzi (1924-2021), la collezione potrà infatti arricchirsi di nuovi preziosi oggetti, creando così nuove opportunità di ricerca e valorizzando ancor più questa interessante sezione del Museo.